Il progetto riprende il titolo del famoso romanzo di Virginia Woolf “Una stanza tutta per sé”, facendo della “stanza” il luogo dello spazio intimo e riflessivo, ma anche uno spazio pubblico in cui costruire legami sociali significativi.
Le attività che trovano posto ne “Una stanza tutta per noi” spazieranno dal sostegno educativo per giovani e adolescenti portatori di disagio scolastico (area educazione alle scelte formative consapevoli), all’educazione su temi rilevanti per l’universo giovani (area dell’educazione alla salute e all’affettività) ad attività in cui si dà ampio spazio al “fare” (area educazione all’espressività con laboratori di teatro, di foto- video giornalismo, di musica, di lettura/scrittura ecc.), lasciando però sempre uno spazio aperto per scambi proposti direttamente dai partecipanti che vedano i giovani nel ruolo di educatori di adulti (area laboratori dello scambio e della diversità). Ma “Una stanza tutta per noi” potrà essere anche il luogo dove cogliere segnali di disagio di carattere individuale – giovane e adulto - e dove orientare la domanda di aiuto (area sportelli di ascolto, informazione e orientamento ai servizi). Nel progetto troveranno perciò posto servizi di consultazione psicologica e di orientamento ai servizi sociali e sanitari esistenti sul territorio cittadino, rivolti sia ai giovani che agli adulti.
L’elemento più innovativo del progetto sta nel ripensare il processo educativo come uno scambio tra soggetti portatori di esperienze diverse, che dunque intende superare la concezione classica dell’educazione dei giovani come un flusso che procede unidirezionalmente dagli adulti esperti ai giovani non esperti, assumendo che, nella logica dello scambio e della reciprocità, ogni soggetto ha qualcosa da imparare e qualcosa da insegnare agli altri, senza necessariamente che questi momenti siano collocati entro tempi e luoghi diversi.
In virtù di queste premesse il progetto intende coinvolgere giovani e adolescenti delle scuole medie e superiori del territorio cittadino insieme ai loro genitori, agli insegnanti, alle famiglie di migranti che vivono sul territorio, al mondo dell’associazionismo giovane e adulto per avviare un percorso educativo che sia volano per la identificazione di un luogo stabile del territorio in cui costruire solidarietà ed appartenenza.
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